Introduzione Sussidio AVVENTO

Significato

«Il tempo di Avvento ha una duplice caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini e, contemporaneamente, è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi».

Con queste parole il paragrafo 39 dell’Ordinamento Generale dell’Anno Liturgico presenta l’Avvento come un tempo di grazia in cui si intrecciano la anamnesi e l’attesa della Chiesa pellegrina nel tempo. In questo periodo, infatti, la comunità cristiana si prepara a fare memoria dell’Incarnazione del Verbo, quando Dio, nella pienezza del tempo, mandò il suo Figlio, nato da donna» (Galati 4, 4), ma anche attende trepidante  il ritorno glorioso del Cristo alla fine dei tempi. La compresenza e la complementarietà tra la tensione escatologica della Chiesa che attende con gioia il compiersi definitivo della redenzione e la memoria grata del «mirabile scambio» tra divinità e umanità è ben testimoniata dalla eucologia del Messale. L’embolismo del prefazio I di Avvento, ad esempio, dice:

«Al suo primo avvento
nell’umiltà della nostra natura umana
egli portò a compimento la promessa antica,
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Verrà di nuovo nello splendore della gloria,
e ci chiamerà a possedere il regno promesso
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa».

Dello stesso tenore anche l’orazione colletta del 21 dicembre nella quale la Chiesa, oramai protesa verso il Natale, dice:

«Ascolta, o Padre, le preghiere del tuo popolo
in attesa del tuo Figlio
che viene nell’umiltà della condizione umana:
la nostra gioia si compia alla fine dei tempi 

quando egli verrà nella gloria».

Seppur accentuate alternativamente, la liturgia di tutto l’Avvento, pertanto, contempla ambedue le venute di Cristo in un intimo rapporto. Del resto in ogni celebrazione, che è storica ed escatologica insieme, emerge la globalità del Mistero Pasquale che, iniziato con l’Incarnazione, troverà il suo compimento nella Parusia.

Il Lezionario festivo e feriale

Tensioni e polarità del significato teologico e della spiritualità dell’Avvento si riflettono nel Lezionario che, tanto nelle domeniche quanto nelle ferie, focalizza nell’arco delle quattro settimane i temi propri di questo tempo che contempla ambedue le venute di Cristo:

«Le letture del Vangelo hanno nelle singole domeniche una loro caratteristica propria: si riferiscono alla venuta del Signore alla fine dei tempi (I domenica), a Giovanni Battista (II e III domenica); agli antefatti immediati della nascita del Signore (IV domenica). Le letture dell’Antico Testamento sono profezie sul Messia e sul tempo messianico, tratte soprattutto dal libro di Isaia. Le letture dell’Apostolo contengono esortazioni e annunzi, in armonia con le caratteristiche di questo tempo» (OLM, 93).

Anche il lezionario feriale è organizzato facendo riferimento al mistero del definitivo compiersi della redenzione e a quello della venuta di Dio nella storia. Nei giorni feriali, come puntualizza lo stesso Ordo Lectionum Missae, si ha una duplice serie di letture:

«una dall’inizio dell’Avvento fino al 16 dicembre, l’altra dal 17 al 24. Nella prima parte dell’Avvento si legge il libro di Isaia, secondo l’ordine del libro stesso, non esclusi i testi di maggior rilievo, che ricorrono anche in domenica. La scelta dei Vangeli di questi giorni è stata fatta in riferimento alla prima lettura. Dal giovedì della seconda settimana cominciano le letture del Vangelo su Giovanni Battista; la prima lettura è invece o continuazione del libro di Isaia, o un altro testo, scelto in riferimento al Vangelo. Nell’ultima settimana prima del Natale, si leggono brani del Vangelo di Matteo (cap. 1) e di Luca (cap. 1) che propongono il racconto degli eventi che precedettero immediatamente la nascita del Signore. Per la prima lettura sono stati scelti, in riferimento al Vangelo, testi vari dell’Antico Testamento, tra cui alcune profezie messianiche di notevole importanza» (OLM, 94).

I modelli per vivere lo spirito dell’Avvento

Nel breve e denso tempo di Avvento, la liturgia presenta alcune figure che incoraggiano la comunità cristiana pellegrinante nel tempo e protesa verso la piena realizzazione del disegno salvifico:

a vivere l’attesa vigilante e gioiosa di «Colui che è, che era e che viene» (Ap 1,8);

a coltivare la speranza, tesi a capire il senso del tempo e della storia come “kairós” per la nostra salvezza;

a vivere un perenne processo di conversione, per accogliere il Figlio di Dio che viene in mezzo a noi e per aprire il cuore al fratello.

Tra i modelli proposti brilla in modo tutto particolare la vicenda della Beata Vergine Maria, alla quale il tessuto celebrativo d’Avvento riserva uno spazio cultuale frequente, in modo che i fedeli possano assumerla come modello per andare incontro al Salvatore che viene, vigilanti nella preghiera, esultanti nella sua lode (Cfr. Marialis cultus 4).

Oltre alla Vergine Maria, le altre figure bibliche che danno una particolare tonalità a questo tempo sono: il profeta Isaia, che ha consegnato un’eco profonda della speranza del popolo eletto (in modo particolare si leggono le pagine del Deutero-Isaia, che costituiscono un annuncio di speranza per gli uomini di tutti i tempi); Giovanni il Battista, precursore del Messia, investito da Dio della missione di preparare le vie al Messia veniente; San Giuseppe, uomo giusto appartenente alla stirpe di Davide, chiamato a custodire con paternità il Redentore.