25 dicembre
Natale del Signore

Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci!

Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita […].

Nessuno è escluso da questa felicità!

 (San Leone Magno, Ufficio delle letture, Seconda lettura)

La solennità del Natale del Signore prevede le seguenti celebrazioni eucaristiche: Messa vespertina nella vigilia (pomeriggio/sera del 24 Dicembre, prima o dopo i Primi Vespri di Natale), Messa della notte[1], Messa dell’aurora, Messa del giorno. Nel giorno di Natale (da intendersi esclusa la vigilia) tutti i sacerdoti possono celebrare o concelebrare tre Messe purché si mantenga un legame con le ore corrispondenti (cf. OGMR, 204).

Indicazioni generali per le celebrazioni eucaristiche di Natale

Oltre a quanto indicato precedentemente per le celebrazioni eucaristiche del Natale si ricorda quanto segue:

Non si trascuri di genuflettere durante la proclamazione del Credo, alle parole: «E per opera dello Spirito Santo […] e si è fatto uomo», in segno di speciale venerazione dinanzi al mistero dell’Incarnazione del Verbo (cf. OGMR, 137). Si avvisino per tempo i fedeli con una brevissima monizione.

Potrebbe essere significativo, durante una celebrazione eucaristica di Natale (o del tempo di Natale) portare durante la presentazione dei doni, insieme al pane ed al vino, quanto raccolto durante il tempo di Avvento per i poveri o per le necessità della Chiesa.

Se si utilizza il Canone Romano è previsto il Communicantes proprio (MR, pag. 384): «In comunione con tutta la Chiesa, mentre celebriamo il giorno santissimo [la notte santissima, nella quale] nel quale Maria, vergine illibata, diede al mondo il Salvatore, ricordiamo e veneriamo anzitutto lei, la gloriosa e sempre vergine Maria, Madre del nostro Dio e Signore Gesù Cristo »; se si utilizzano le preghiere eucaristiche II e III è previsto il ricordo proprio (MR, pag. 398.408): «Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra e qui convocata nel giorno [nella notte] in cui la Vergine Maria diede al mondo il Salvatore».

Si invita ad utilizzare la benedizione solenne “Nel Natale del Signore” (MR, pag. 429).

Indicazioni per la celebrazione nella notte di Natale

È opportuno “preparare” la Messa della notte di Natale con la celebrazione comunitaria dell’Ufficio delle letture o con una veglia più vicina alla pietà popolare, caratterizzata da canti e letture adatte.

Veglia con l’Ufficio delle Letture

Nel caso si scelga di celebrare la solenne Veglia con l’Ufficio delle letture, ci si regola come segue: dopo la lettura patristica prevista per l’Ufficio delle letture, invece dell’inno Te Deum, si intona il Gloria seguito dall’orazione colletta. I riti di introduzione della Messa si omettono.

Annuncio della nascita del Signore (Kalenda)

Il Martirologio Romano (pag. 965-966) propone il testo dell’annuncio della nascita del Signore: «Trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo, quando in principio Dio creò il cielo e la terra e plasmò l’uomo a sua immagine; e molti secoli da quando, dopo il diluvio, l’Altissimo aveva fatto risplendere tra le nubi l’arcobaleno, segno di alleanza e di pace; ventuno secoli dopo che Abramo, nostro padre nella fede, migrò dalla terra di Ur dei Caldei; tredici secoli dopo l’uscita del popolo d’Israele dall’Egitto sotto la guida di Mosè; circa mille anni dopo l’unzione regale di Davide; nella sessantacinquesima settimana secondo la profezia di Daniele; all’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade; nell’anno settecentocinquantadue dalla fondazione di Roma; nel quarantaduesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto, mentre su tutta la terra regnava la pace, Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre, volendo santificare il mondo con la sua piissima venuta, concepito per opera dello Spirito Santo, trascorsi nove mesi, nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria, fatto uomo: Natale di nostro Signore Gesù Cristo secondo la carne».

È possibile cantare il testo della Kalenda (da parte di un lettore o dello stesso celebrante) al termine dell’Ufficio delle letture, omesso il Te Deum; al termine della Veglia che precede la Messa della notte (se non si sceglie l’Ufficio delle letture); all’inizio della celebrazione eucaristica se non è preceduta da nessuna veglia: in tal caso si colloca la Kalenda nei riti di introduzione, prima del canto del Gloria.

Collocazione e venerazione della statua del Bambino

Durante il canto del Gloria si potrebbe collocare (o svelare) la statua del Bambino. Il ministro che compie il gesto può incensare la statua in segno di particolare venerazione. Accanto al Bambino, dopo aver proclamato il Vangelo, si potrebbe anche disporre l’Evangeliario per rendere maggiormente “visibile” il mistero dell’Incarnazione: «Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Al termine della celebrazione potrà aver luogo il bacio dei fedeli all’immagine del Bambino.

Indicazioni per le celebrazioni eucaristiche nell’Ottava di Natale

Durante l’Ottava di Natale si abbia cura di mantenere alcune attenzioni celebrative proprie del Natale, in particolare si rammentano: la valorizzazione del Gloria,  l’uso delle parti “proprie” delle preghiere eucaristiche, la possibilità di utilizzare la benedizione solenne del Natale.

Monizione introduttiva

In questo giorno santo (in questa santa notte) la Chiesa rivive con gioia la nascita del Salvatore e celebra, alla luce della sua Risurrezione, gli inizi della salvezza. Cristo Signore ha condiviso fino in fondo la storia umana per essere il “Dio con noi”, per stringere con il suo popolo un’alleanza eterna che nulla potrà mai spezzare. A Betlemme risplende l’amore ineffabile di Dio che tutto avvolge e trasforma. Lasciamoci illuminare dal chiarore di questa luce, si riaccenda la speranza nel nostro cuore, non ci sia spazio per la tristezza in questo giorno (in questa notte).

[1]    Secondo la tradizione costante delle Chiese in Italia, la Messa della notte si celebri a mezzanotte, a meno che ragioni pastorali, valutate dall’Ordinario del luogo, non consiglino di anticiparne l’ora, ma sempre nella notte (MR, p.36).