9 dicembre
Seconda domenica di Avvento

«Voce di uno che grida nel deserto: «Preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio» (Is 40, 3). Dichiara apertamente che le cose riferite nel vaticinio, e cioè l’avvento della gloria del Signore e la manifestazione a tutta l’umanità della salvezza di Dio, avverranno non in Gerusalemme, ma nel deserto. E questo si è realizzato storicamente e letteralmente quando Giovanni Battista predicò il salutare avvento di Dio nel deserto del Giordano, dove appunto si manifestò la salvezza di Dio»

(Dal «Commento sul profeta Isaia» di Eusebio, vescovo – Ufficio delle letture, Seconda domenica di Avvento)

 

Celebrazione eucaristica

In questa seconda domenica di Avvento la liturgia presenta: la voce severa di Giovanni il Battista che si colloca in un puntuale quadro storico; il canto di Baruc che ha come tema la fine dell’esilio di Gerusalemme e loda l’opera di Dio nella storia del popolo; l’esortazione di Paolo a crescere nella carità, nella conoscenza e nel discernimento rivolta alla comunità di Filippi.

Spazio liturgico e composizioni floreali

Per le composizioni floreali si suggerisce di inserire – salvaguardando sempre la sobrietà dell’Avvento e la nobile semplicità del linguaggio liturgico – alcuni elementi come la sabbia o le pietre che possono richiamare la figura di Giovanni il Battista.

Monizione d’inizio

Nelle tappe del tempo di Avvento la liturgia pone in risalto alcune figure che sostengono l’attesa della Chiesa, desiderosa di incontrare il suo Sposo, Cristo Gesù. Al centro di questa domenica c’è Giovanni il Battista, l’amico dello Sposo, la cui voce riecheggia con forza nel deserto affinché la Parola eterna possa essere accolta con gioia nel cuore di ogni uomo.

Raccogliamoci in preghiera e, accogliendo l’ingresso dei ministri, cantiamo al Signore che viene per salvare il suo popolo e far sentire la sua voce potente.

 

Riti d’Introduzione

 Saluto liturgico

Per il saluto liturgico del presidente si suggerisce di utilizzare quello tratto da 2Ts 3,5 che si pone in continuità con la preghiera di Paolo, espressa nella seconda lettura, perché la carità della Chiesa di Filippi possa crescere in conoscenza e in pieno discernimento:

 Il Signore, che guida i nostri cuori nell’amore

e nella pazienza di Cristo, sia con tutti voi.

 Corona d’Avvento

Prima dell’atto penitenziale, se si ritiene opportuno, si potrà accendere la seconda candela d’Avvento. Il presidente può usare queste parole o altre simili:

 Fratelli e sorelle carissimi,

la voce del Battista grida ancora negli odierni deserti dell’umanità

e ci esorta raddrizzare le nostre vie e a lasciarci guidare dalla parola di Dio.

Accendiamo, oggi, la seconda candela d’Avvento,

con la certezza della fede che il Signore Gesù

continua ad offrire la salvezza ad ogni uomo e ad ogni popolo.

 Un ministro accende la seconda candela. Il coro propone un canto adatto. Si può proporre il canto “Si accende una luce” che, oltre a una strofa comune a tutte le domeniche, suggerisce una strofa diversificata per ogni settimana. Per questa prima settimana si useranno le strofe 1 e 3.

Il presidente può concludere il lucernario dicendo:

O Signore, che hai illuminato l’uomo smarrito nelle tenebre con la luce della tua nascita, dopo un dono così generoso non lasciarci soccombere tra i pericoli, ma vieni a liberaci dal male, o Figlio di Dio, che vivi e regni nei secoli dei secoli.

(Dalla Liturgia Ambrosiana)

Atto penitenziale

Per l’atto penitenziale si usi la seconda formula del Messale (p. 296) che mette insieme un versetto del salmo 50, 3.6 e l’invocazione tipica del tempo di Avvento tratta dal Salmo 84,8:

 Pietà di noi, Signore.

R/. Contro di te abbiamo peccato.

 

Mostraci, Signore, la tua misericordia.

R/. E donaci la tua salvezza.

 

È bene valorizzare anche il canto del Kyrie eleison. Come ben puntualizza l’Ordinamento del Messale, il Kyrie «essendo un canto col quale i fedeli acclamano il Signore e implorano la sua misericordia, di solito viene eseguito da tutti, in alternanza tra il popolo e la schola o un cantore» (OGMR 52).

Orazione Colletta

Come orazione colletta si possono usare indistintamente quella comune o quella alternativa per l’anno C riportata in Appendice.

In preparazione delle feste natalizie e nell’attesa del ritorno glorioso di Cristo alla fine dei tempi, nell’orazione «Dio grande e misericordioso» si rivolgono due petizioni. Nella prima si chiede a Dio che le opere terrene, legate alla ferialità e alla contingenza della vita, non affievoliscano la tensione spirituale dell’uomo in cammino verso la pienezza dell’incontro con Cristo. Nella seconda, invece, s’implora il dono della sapienza celeste, necessario per guidare l’uomo nel  cammino di comunione con Cristo Gesù.

La colletta alternativa, propria dell’anno C, forte della spiritualità dell’Avvento, sintetizza i temi principali della predicazione di Giovanni il battezzatore: il cammino di conversione dell’uomo e la prossimità della venuta di Dio. Per questo, dopo l’invocazione e i suoi ampliamenti, l’assemblea, che si prepara a celebrare con fede ardente la venuta del Signore Gesù Cristo, chiede a Dio di raddrizzare nei cuori i suoi sentieri e di spianare le alture della superbia umana. È necessario ricordarsi, però, che la conversione del cuore è il dono di una vita aperta alla grazia, ma anche di un confronto sincero con la Parola che salva.

Qualora si opti per la prima si propone di usare quella propria dell’anno come orazione conclusiva per la preghiera universale. In questo caso il presidente si ricordi di terminarla con la conclusione breve.

Preghiera dei fedeli

Per la preghiera dei fedeli si suggerisce di fare riferimento all’Orazionale allegato al Messale Romano. In modo particolare si veda il formulario Avvento II (p. 12). È utile che i testi siano adattati facendo riferimento alle concrete esigenze della comunità. Si eviti, comunque, di appesantire di invocazioni la preghiera e si rispetti ordinariamente la successione indicata dal Messale Romano (cfr. OGMR, 70).

Prefazio

Come indicato dal Messale Romano, nelle domeniche e nelle ferie fino al 16 dicembre si dovrà utilizzare prefazio Avvento I o Avvento I/A. Entrambi i testi eucologici hanno uno sviluppo principalmente escatologico, trattando rispettivamente la duplice venuta di Cristo e il ritorno glorioso di Cristo, giudice e Signore della storia, alla fine dei tempi.

Sanctus e acclamazioni della preghiera Eucaristica e dei riti di comunione

Si suggerisce di cantare sia il Sanctus, che di norma dovrebbe essere proposto in canto, che tutte le acclamazioni che hanno un tono spiccatamente escatologico: la risposta al Misterium fidei “Annunciamo la tua morte…”, all’anamnesi della preghiera eucaristica; “Tuo è il regno…” dopo l’embolismo del Pater noster.

Benedizione

Per la benedizione si propone di utilizzare come formulario la benedizione super populum n. 6 proposta dal Messale Romano alla p. 447 che presenta alcuni temi proposti tanto dal Lezionario quanto dall’eucologia di questa II domenica d’Avvento:

O Dio, proteggi il tuo popolo

perdona i nostri errori e convertici al tuo amore,

perché possiamo servirti con piena dedizione. Per Cristo nostro Signore.