23 dicembre
IV domenica di Avvento

«“La verità è germogliata dalla terra” (Sal 84, 12): nasce dalla Vergine Cristo, che ha detto: «Io sono la verità» (Gv 14, 6). “E la giustizia si è affacciata dal cielo” (Sal 84, 12). L’uomo che crede nel Cristo, nato per noi, non riceve la salvezza da se stesso, ma da Dio. “La verità è germogliata dalla terra”, perché “il Verbo si fece carne” (Gv 1, 14). “E la giustizia si è affacciata dal cielo», perché «ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall’alto”» (Gv 1, 17). “La verità è germogliata dalla terra”: la carne da Maria».

(Dai «Discorsi» di sant’Agostino – Ufficio delle letture, Quarta domenica di Avvento)

 

Celebrazione eucaristica

In questa IV domenica di Avvento la Liturgia è già volta agli antefatti della nascita del Signore. In questo senso vanno orientate la profezia messianica di Michea, la meditazione sul mistero dell’Incarnazione del Verbo, offerta dall’autore della lettera agli Ebrei, il Vangelo della Visitazione che racconta l’abbraccio tra due cugine chiamate alla maternità e l’abbraccio tra le speranze del popolo d’Israele e la fedeltà di Dio alle sue promesse.

Nella celebrazione dell’Eucarestia è bene aiutare l’assemblea liturgica a cogliere, specie nella proclamazione delle letture scritturistiche e nel momento omiletico, il nesso e l’unità profonda tra l’Antica e la Nuova Alleanza.

È opportuno, anche, che si esprima il senso dell’incontro festoso e dell’accoglienza concreta. Sono pertanto da valorizzare i gesti di accoglienza prima della celebrazione dell’Eucaristia e i riti di Introduzione.

Monizione d’inizio

Il Natale del Signore è ormai alle porte. In questa quarta tappa del nostro cammino d’Avvento tutto è ormai orientato alla nascita del Salvatore che nasce nella piccola Betlemme, culla della stirpe davidica. Dio sceglie nel mondo sempre ciò che non appare. Ha scelto anche due donne per essere madri: Maria, giovane e piena di grazia, per dare al mondo l’Autore della vita; Elisabetta, anziana e affaticata dalla sterilità, per essere madre del Precursore. Con la medesima gioia dell’incontro posto al centro di questa liturgia accogliamo con il canto la processione d’ingresso.

 

Riti d’Introduzione

 Saluto liturgico

Per il saluto liturgico del presidente si suggerisce di utilizzare ancora quello ispirato alla lettera ai Romani che ben si armonizza con i temi del Lezionario e del Messale per questa IV domenica di Avvento:

Il Dio della speranza,

che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede

per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi.

Corona d’Avvento

Prima dell’atto penitenziale, se si ritiene opportuno, si potrà accendere la quarta candela d’Avvento. Il presidente può usare queste parole o altre simili:

Fratelli e sorelle amati nel Signore,

il profeta Michea, in questa IV domenica di Avvento,

ci invita a rivolgere il nostro sguardo a Betlemme di Èfrata,
la piccola città di Giuda testimone di un grande evento, la nascita del Salvatore,

ma anche a metterci in cammino con Maria per portare al mondo

il lieto annuncio della fedeltà di Dio alle sue promesse.

Con gli occhi pieni di meraviglia e il cuore pieno di gratitudine

accendiamo la quarta e ultima candela d’Avvento

e chiediamo al Signore di renderci capaci di accogliere la sua visita nel mistero del Natale.

 Un ministro accende la quarta candela. Il coro propone un canto adatto. Si può proporre il canto “Si accende una luce” che, oltre a una strofa comune a tutte le domeniche, propone una strofa diversificata per ogni settimana. Per questa quarta settimana si useranno le strofe 1 e 5.

Il presidente può concludere il lucernario dicendo:

O Signore, che hai illuminato l’uomo smarrito nelle tenebre con la luce della tua nascita, dopo un dono così generoso non lasciarci soccombere tra i pericoli, ma vieni a liberaci dal male, o Figlio di Dio, che vivi e regni nei secoli dei secoli.

(Dalla Liturgia Ambrosiana)

Atto penitenziale

Per l’atto penitenziale si suggeriscono i tropi Avvento III:

Signore, che vieni a visitare il tuo popolo nella pace, abbi pietà di noi.

R/. Signore, pietà.

 

Cristo, che vieni a salvare chi è perduto, abbi pietà di noi.

R/. Cristo, pietà.

 

Signore, che vieni a creare un mondo nuovo, abbi pietà di noi.

R/. Signore, pietà.

 

Oppure:

Signore, Figlio dell’Altissimo e vittima di salvezza, abbi pietà di noi.

R/. Signore, pietà.

 

Cristo, Figlio di Davide e Pastore d’Israele, abbi pietà di noi.

R/. Cristo, pietà.

 

Signore, Figlio di Maria e Verbo fatto uomo, abbi pietà di noi.

R/. Signore, pietà.

 

Orazione Colletta

L’orazione colletta della IV domenica di Avvento è familiare alla comunità cristiana. Si tratta, infatti, della preghiera che conclude la recita quotidiana dell’Angelus Domini. Il testo si concentra sul mistero dell’Incarnazione e, in modo particolare, sull’annuncio ricevuto dalla giovane figlia di Sion. Il desiderio di Dio svelato alla Vergine lascia intravedere già il Mistero Pasquale, perché solo alla luce della Pasqua si comprende il motivo soteriologico dell’Incarnazione del Verbo eterno.

La seconda proposta, come di consueto, racchiude i temi della liturgia della Parola. Nel suo disegno provvidenziale Dio ha stabilito in Maria di Nazaret il culmine della storia del popolo eletto e l’inizio della Chiesa, per manifestare a tutte le genti che la salvezza viene da Israele, e da quella stirpe prescelta scaturisce la nuova famiglia (cfr. Messe della Beata Vergine Maria, Maria Vergine Figlia eletta della stirpe d’Israele, Prefazio, p. XX). Maria ha offerto il suo grembo vergine perché il

Verbo eterno entrasse nel mondo e ricevesse un corpo. Il testo, sintetizzando i temi teologici della lettera agli Ebrei, getta la luce pasquale sulla nascita del Salvatore che ha assunto un corpo umano e lo ha offerto per la salvezza dell’uomo.

Preghiera dei fedeli

Per la preghiera dei fedeli si suggerisce di fare riferimento al formulario per la preghiera universale – Avvento I proposto dalla raccolta delle Messe della Beata Vergine Maria (p. 238). È utile he i testi siano adattati facendo riferimento alle concrete esigenze della comunità. Si eviti, comunque, di appesantire di invocazioni la preghiera e si rispetti ordinariamente la successione indicata dal Messale Romano (cfr. OGMR, 70).

Prefazio

Per il prefazio si può utilizzare Avvento II, Maria nuova Eva.

Sanctus e acclamazioni della preghiera Eucaristica e dei riti di comunione

Si suggerisce di cantare sia il Sanctus, che di norma dovrebbe essere proposto in canto, sia tutte le acclamazioni che hanno un tono spiccatamente escatologico: la risposta al Mysterium fidei “Annunciamo la tua morte…”, all’anamnesi della preghiera eucaristica; “Tuo è il regno…” dopo l’embolismo del Pater noster.

Benedizione e congedo

È bene concludere con la Benedizione solenne (cfr. MR, pp. 428-429). In alternativa si propone la seguente preghiere di benedizione sul popolo (cfr. MR, p. 447, n. 8):

 

Mostraci la tua continua benevolenza, Signore,

e assisti il tuo popolo

che ti riconosce suo pastore e guida;

rinnova l’opera della tua creazione

e custodisci ciò che hai rinnovato.

Per Cristo nostro Signore.