2 dicembre
I Domenica di Avvento

«Noi annunziamo che Cristo verrà. Infatti non è unica la sua venuta, ma ve n’è una seconda, la quale sarà molto più gloriosa della precedente. La prima, infatti, ebbe il sigillo della sofferenza, l’altra porterà una corona di divina regalità. Si può affermare che quasi sempre nel nostro Signore Gesù Cristo ogni evento è duplice. Duplice è la generazione, una da Dio Padre, prima del tempo, e l’altra, la nascita umana, da una vergine nella pienezza dei tempi».

(Dalle «Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo – Ufficio delle letture, Prima domenica di Avvento)

 

Celebrazione eucaristica

L’eucologia del Messale e le letture del Lezionario di questa prima domenica d’Avvento fanno riferimento esplicito alla venuta finale di Cristo e presentano in sintesi la spiritualità di questo tempo. È bene valorizzare in questa prima domenica tutti i codici – verbali e non verbali – che nella liturgia mettono in chiaro la tensione escatologica della Chiesa. Anche nel momento omiletico, il presidente potrà aiutare l’assemblea a cogliere la ricchezza del linguaggio liturgico.

Spazio liturgico e composizioni floreali

Lo spazio liturgico sia sobriamente ornato, coerentemente con quanto indicato dalle premesse del Messale:

«Nel tempo d’Avvento l’altare sia ornato di fiori con quella misura che conviene alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la gioia piena della Natività del Signore» (OGMR, 305).

Nel presbiterio, con l’attenzione a non oscurare i poli dell’aula liturgica, si potrà collocare la corona d’Avvento, che, con il progressivo accendersi delle sue quattro luci, scandirà le tappe del cammino in preparazione alla solennità del Natale (cfr. DPPL 98). Per la sua sistemazione nello spazio celebrativo, si prediliga una certa prossimità con l’ambone, da dove l’annuncio della parola di Dio definisce il percorso della Chiesa lungo le quattro settimane.

Monizione d’inizio

Oggi la Chiesa inizia un nuovo Anno liturgico che si apre con l’Avvento, tempo santo che sollecita i nostri cuori a fare memoria grata della venuta di Gesù nella storia e ad attendere con fiducia il ritorno glorioso di Cristo alla fine dei tempi.

La liturgia di questa Prima domenica, in modo particolare, ci indica la via da seguire in queste settimane e ci educa alla speranza e alla vigilanza.

Confidando nell’amore del Padre eleviamo a lui le nostre anime e con il canto accogliamo il Signore che viene in mezzo a noi.

 

Riti d’Introduzione

Processione introitale

È bene valorizzare con puntualità la processione d’ingresso nei suoi diversi elementi rituali che possono aiutare l’assemblea liturgica a percepire il senso della festa, della presenza del Risorto nell’assemblea liturgica e la dimensione escatologica della liturgia.

Secondo quanto suggerito dall’Ordinamento del Messale, la processione preveda la presenza del turiferario con il turibolo fumigante, dei ministri con i ceri accesi e, in mezzo a loro, l’accolito con la croce; il ministro – lettore o diacono – con l’Evangeliario elevato, e il sacerdote che celebra la Messa (cfr. OGMR, 120). Il canto introitale sia coerente con l’antifona d’ingresso tratta dal Salmo 24,1-3, ed esprima, nelle parole e nella melodia, i temi e la spiritualità dell’Avvento.

Saluto liturgico

Per il saluto liturgico del presidente si suggerisce di utilizzare quello tratto da Rom 15 che ben si adatta ai temi propri del tempo liturgico:

Il Dio della speranza,
che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede
per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi.

Corona d’Avvento

Prima dell’atto penitenziale, se si ritiene opportuno, si potrà accendere la prima candela d’Avvento. Il presidente può usare queste parole o altre simili:

Fratelli e sorelle amati dal Signore,
iniziamo il nostro cammino d’Avvento che ci farà fare memoria, attraverso i gesti e le parole della liturgia di queste quattro settimane, della visita del Signore all’umanità.
Le tappe di questo nostro itinerario spirituale
saranno scandite dalla corona d’Avvento
che ci ricorderà le attese e le speranze dell’uomo,
bisognoso della presenza del Signore che viene a visitare il suo popolo.
Accendiamo la prima candela per metterci alla scuola dell’Avvento
e entrare in questo tempo di grazia
per accogliere con gioia la venuta di Dio nella nostra storia.

 Un ministro accende la prima candela. Il coro propone un canto adatto. Si può proporre il canto “Si accende una luce”[1] che, oltre a una strofa comune a tutte le domeniche, suggerisce una strofa diversificata per ogni settimana. Per questa prima settimana si useranno le strofe 1 e 2.

Il presidente può concludere il lucernario dicendo:

O Signore, che hai illuminato l’uomo smarrito nelle tenebre con la luce della tua nascita, dopo un dono così generoso non lasciarci soccombere tra i pericoli, ma vieni a liberaci dal male, o Figlio di Dio, che vivi e regni nei secoli dei secoli.

(Dalla Liturgia Ambrosiana)

Atto penitenziale

Per l’atto penitenziale si suggeriscono i tropi propri del tempo: Avvento 1.

Signore, che sei venuto nel mondo per salvarci, abbi pietà di noi.
R/. Signore, pietà.

Cristo, che continui a visitarci con la grazia del tuo Spirito, abbi pietà di noi.
R/.
Cristo, pietà.

Signore, che verrai un giorno a giudicare le nostre opere, abbi pietà di noi.
R/.
Signore, pietà.

 

Orazione Colletta

Come orazione colletta si possono usare quella comune o quella alternativa per l’anno C, riportata in Appendice.
Il tempo di Avvento è un richiamo a vivere l’attesa – gioiosa, vigilante e fiduciosa – del Veniente. In forza di questa tensione spirituale, la prima orazione esprime il bisogno della Chiesa di incamminarsi, sostenuta dalla grazia di Dio, incontro al Cristo che viene nella storia. Desiderosa di possedere il regno dei cieli, nel tempo del già e del non ancora, la comunità cristiana è chiamata a una carità fattiva ed operosa.

L’orazione colletta propria del terzo ciclo delle letture festive, invece, sintetizza i temi della liturgia della Parola: la venuta del Cristo glorioso, che la pagina evangelica di Luca descrive con un linguaggio apocalittico, e la fedeltà di Dio alle sue promesse, al centro della pagina profetica. Il peso delle tristezze e delle angosce di un’esistenza umana fragile e continuamente minacciata offusca la virtù della speranza, che nella preghiera è chiesta con insistenza perché l’uomo riscopra l’orizzonte escatologico della storia che, incamminata verso una pienezza, attende, senza paure e confusioni, il ritorno glorioso del Cristo giudice e salvatore.

Preghiera dei fedeli

Per la preghiera dei fedeli si suggerisce di fare riferimento all’Orazionale allegato al Messale Romano. In modo particolare si veda il formulario Avvento I (p. 11). È utile che i testi siano adattati facendo riferimento alle concrete esigenze della comunità. Si eviti, comunque, di appesantire di invocazioni la preghiera e si rispetti ordinariamente la successione indicata dal Messale Romano (cfr. OGMR 70).

 Prefazio

Per il prefazio si può utilizzare Avvento I che sviluppa il tema della duplice venuta di Cristo. La preferenza di questo formulario è legata a quanto suggerito nei testi precedentemente proposti che sviluppano la stessa tematica. Se, invece, lo si volesse porre in sinergia con la pericope evangelica che presenta il cuore dell’insegnamento escatologico di Gesù, sarebbe bene pregare con il prefazio Avvento I/A.

Sanctus e acclamazioni della preghiera Eucaristica e dei riti di comunione

Si suggerisce di cantare sia il Sanctus, che di norma dovrebbe essere proposto in canto, sia tutte le acclamazioni che hanno un tono spiccatamente escatologico: la risposta al Mysterium fidei “Annunciamo la tua morte…”, all’anamnesi della preghiera eucaristica; “Tuo è il regno…” dopo l’embolismo del Pater noster.

Benedizione

Nella prima domenica di Avvento, per sottolineare l’inizio del cammino intrapreso, si può utilizzare il formulario per la benedizione solenne propria del tempo (cfr. Messale Romano pp. 428-429).

[1] La Famiglia Cristiana nella Casa del Padre. Repertorio di canti per la liturgia, n. 464